PER IL TRATTAMENTO DEL PAZIENTE TOSSICODIPENDENTE DA EROINA
Si raccolgono in dieci punti gli aspetti fondamentali per l'approccio al paziente eroinomane. Si propone quindi una schematica sintesi utile, sia per l'operatore che desideri avvicinarsi a questo delicato settore, sia chiunque voglia intraprendere un confronto serio e scientificamente fondato, sul tema della tossicodipendenza da eroina. Al di là delle metodologie e delle strategie generali che si desiderino intraprendere, è necessario infatti avere chiari alcuni concetti senza la conoscenza dei quali, ogni intervento oltre che inconclusivo, rischia di essere fatalmente dannoso, sia per il soggetto T.D., sia per tutto il restante contesto sociale. Quanto detto vale in special modo per i medici, la cui azione deve essere sempre guidata dal principio della "Scienza e Coscienza" e che mai dovrebbero contravvenire alla massima Ippocratica "primum non nocere".
I. La tossicodipendenza da eroina, comunque si sia instaurata, è una "malattia cronica recidivante".
II. Per molti T.D., il danno prodotto dall'uso della sostanza è irreversibile; è quindi necessaria una farmacoterapia sostitutiva.
III. La sindrome di astinenza, costituisce un problema relativamente semplice per ciò che riguarda la sua fase "acuta", mentre particolarmente difficile, è il trattamento della sua fase "cronica", la cui durata nel tempo è ben lungi dall'essere determinabile
IV. Dato che la recidiva nell'uso di eroina costituisce la norma in questi pazienti, il trattamento della ricaduta deve essere momento centrale di ogni tipo di intervento.
V. Ogni programma terapeutico ha sue precise indicazioni, controindicazioni, rischi e potenzialità di impatto sulla popolazione degli eroinomani. I metodi "drug free" sono altamente selettivi e, se mal condotti, rischiosi per il paziente. E' quindi necessaria la loro integrazione con alternative farmacologiche di più ampio respiro.
VI. La durata, quindi la "retention", di un trattamento sono fondamentali per il successo terapeutico. Non sono note metodologie per una veloce e duratura detossificazione dall'eroina.
VII. L'obbiettivo di ogni terapia, è la guarigione del paziente con l'ottenimento del massimo livello di "funzionalità" raggiungibile. per cui si possono avere: guarigioni con restitutio ad integrum (drug-free); guarigioni con restitutio ad integrum alternate a periodi di intervento farmacologico; guarigione clinica (remissione della sintomatologia mediante farmacoterapia sostitutiva).
VIII. L'eroina è una sostanza che modifica radicalmente il comportamento umano; non è, pertanto, corretto parlare di paziente motivato o con grado di volontà più o meno elevato; queste accezioni implicano la colpevolizzazione dei soggetti recidivi. In fase diagnostica, sarà più corretto riferirsi a "potenzialità riabilitative" più o meno ampie. Ogni terapia, farmacologica o non, necessità di un reale sostegno per il cambiamento dello stile di vita.
IX. Gli oppioidi sono costituenti normali dell'organismo umano e, soprattutto quelli usati nel MMT a differenza delle droghe da strada, non sono tossici. La demonizzazione di questi farmaci, anziché il loro uso razionale, porta ai noti devastanti effetti sia sulla popolazione tossicomanica che, sul restante tessuto sociale (diffusione di malattie, criminalità, ecc...).
X. "Toccare il fondo" per un eroinomane, ben lungi dall'essere l'esperienza catartica da taluni auspicata, vuol dire morire di over-dose, di A.I.D.S. e per mille altre cause dovute a una vita degradante e inumana. La perdita del paziente, sia in seguito al suo decesso, che all'abbandono definitivo dei programmi riabilitativi, costituisce una prospettiva inaccettabile per ogni tipo di programma terapeutico.
Dr. Carlo F. Nardini Consulente Scientifico
D.D.T. (Difesa dei Diritti dei Tossicodipendenti)
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