Eroina in farmacia 

   
   

In Gran Bretagna un medico ha distribuito per anni droga sotto controllo. Ora le autorità lo hanno fatto smettere. Per la gioia degli spacciatori.Edward Pilkington , The Guardian, G.B. - Londra, 9 Maggio1996. Edward Pilkington , The Guardian, G.B.
Londra, 9 Maggio1996.

Questa mattina, come ogni mattina, in tutte le città e i paesi della Gran Bretagna si svolgerà un rito particolare. E’ preciso e intenso come il tai chi, e puntuale come la consegna del latte. Probabilmente in questo momento si sta svolgendo anche nel vostro quartiere, anche se forse non ve ne accorgerete mai. Il rito comincia con il lento aprirsi di occhi incollati. Poi delle braccia simili a puntaspilli si protendono dal letto e frugano il pavimento cercando i resti della sera prima. Dopo aver perlustrato il passato, il pensiero volge bruscamente al futuro. E’ giorno di assistenza pubblica ? Se no, di corsa al supermercato per un furtarello o dai genitori per alleggerire la borsa della mamma. Con 50 sterline in tasca, il finale è in vista : un salto dallo spacciatore seguito dal tranquillo guizzo della fiamma e la catarsi dell’ago che buca la pelle.

Anche questa mattina i 150mila tossicodipendenti della Gran Bretagna sono in marcia per procurarsi la prima dose della giornata. Per la maggior parte di loro è una sporca storia che consiste nel mettere le mani su denaro illecito e scambiarlo con sostanze illegali.

Ma a Runcorn, nel Cheshire - un cupo tempio di cemento al consumismo in cui l’unica consolazione è offerta da un manifesto di Billy Graham che promette suggerimenti su "La vita e come sopravviverle" - gli attori di questo rito si mostrano apertamente, agli occhi di tutti. Invece di bussare con discrezione alla porta dello spacciatore, alcuni tossicodipendenti sono pazientemente in fila davanti a una farmacia armati soltanto di una ricetta del servizio sanitario.

C’è Sean - 51 anni, il veterano del gruppo, con una rondine tatuata sul viso - che è appena uscito dalla farmacia brandendo una confezione di siringhe sterili ; Neil, con una giacca imbottita, che si tiene ben stretta la sua fiala di anfetamina ; e Jack, elegante nei suoi jeans bianchi, che ha appena ritirato la dose quotidiana di diacetilmorfina, meglio nota come eroina.

Fanno parte di un gruppo eterogeneo di tossicodipendenti della regione del Cheshire che hanno in comune una lunga dipendenza da stupefacenti - trent’anni nel caso di Sean -, un medico disposto a prescrivere sostanze pure, farmaceutiche, a carico del servizio sanitario e una rabbia divorante mista a paura del futuro. "Sto di nuovo diventando ‘Jack l’inaffidabile’", spiega Jack dando voce a queste emozioni. "Passo metà della mia vita in giro a cercare la roba". "Ho ricominciato a comprare anfetamina per strada e presto dovrò mettermi di nuovo a rubare", ammette Neil, spingendo un altro tossico del gruppo a confessare che lui, invece, ha già ricominciato coi furti : l’altra notte ha scassinato una farmacia per la prima volta dopo cinque anni. "Ma perché lo fanno ?", si lamenta Sean.

Siamo raggiunti da Robert, un vortice di furia sui vent’anni. "Hanno bloccato quel cazzo di ricetta", urla con gli occhi di fuori. "Qualcuno mi ha fregato : ha detto che prendevo il Valium e non era vero un cazzo. Non riesco a crederci. La testa mi è scoppiata ! Stavo così male che volevo buttarmi da quel ponte e mio cugino ha dovuto fermarmi". Con il naso a un palmo dal mio, dà un colpo al mio blocco di appunti e ringhia :"Scrivilo ! Scrivilo ! Mi hanno quasi ammazzato, quegli stronzi".

Dietro a questo uragano c’è un uomo : il dottor John Marks. Con la barba e un vestito dai pantaloni svasati, è il tipo che ti aspetteresti di trovare fra gli avventori di una birreria in compagnia del suo cane o a un comizio del Partito laburista. In realtà, è uno psichiatra che da dieci anni si trova al centro dei dibattiti nazionali sulla legalizzazione degli stupefacenti. Dire che il dottor Marks è un personaggio controverso significa non rendere giustizia alle contrastanti passioni che suscita. Per i sostenitori di un approccio non punitivo alla dipendenza da stupefacenti e per molti dei tossicodipendenti che lo frequentano, come Sean, Marks ha un fascino leggendario, che sconfina nell’adorazione. Per coloro che considerano l’eroina un male da combattere e sradicare e per molti dei professionisti suoi colleghi, il suo atteggiamento liberale è un’eresia.

In un paese che negli ultimi vent’anni si è andato avvicinando alla politica americana di guerra alla droga e criminalizzazione dei tossicodipendenti, Marks ha nuotato con fermezza, controcorrente. Dirigeva due cliniche : la prima copriva un territorio unito dal ponte di Runcorn-Widnes, dove Robert ha tentato di compiere il suo gesto drammatico, la seconda a Warrington. Le aveva trasformate in un’oasi di legalizzazione, una sorta di mini-Amsterdam.

Per ironia della sorte, quando cominciò a lavorare con i tossicodipendenti, quindici anni fa, la sua posizione era quella tradizionale. "Inizialmente dicevo ai pazienti che dovevano smetterla con la droga, e loro diventavano molto aggressivi".

Poi andò alla guida di una clinica che aderiva a un sistema che, fino a tempi relativamente recenti, era considerato normale in GB. Solo a partire dal 1971 i medici hanno adottato trattamenti che cercano di ridurre la dipendenza sostituendo l’eroina con un oppiaceo sintetico, il metadone. Ma prima di quella data i medici di questo paese erano liberi di prescrivere eroina e molti lo facevano apertamente.

Distribuire droga con il denaro dei contribuenti può sembrare una stravaganza immorale, ma Marks sostiene di aver lentamente imparato ad apprezzarne i vantaggi. "Quando paragonavamo i nostri pazienti a quelli residenti in zone dove i medici si rifiutavano di prescrivere eroina, ci accorgevamo che i nostri erano in condizioni di salute migliori e conducevano una vita più regolare, il che era facilmente prevedibile dal momento che usavano sostanze pure. Ma fummo stupiti di scoprire che offrendo ai TD la sostanza che preferivano il numero complessivo di drogati in quella località diminuiva".

La sua spiegazione è che le ricette del servizio sanitario pubblico toglievano spazio ai trafficanti rubando loro il mercato. La piramide del narcotraffico, in cui lo spacciatore cerca di aumentare i profitti corrompendo i giovani, si sgretola dall’alto. Marks predica la sua teoria con convinzione evangelica. In dieci anni ha messo a punto un sistema per conservare sani e in vita i tossicomani abituali. I suoi pazienti - lui li chiama "clienti" - ricevono eroina pura in dosi sufficienti a mantenere stabili le loro condizioni. Abbandonano la droga solo se e quando sono loro a deciderlo.

Questa filosofia si basa su due fatti più o meno incontrovertibili. In primo luogo, contrariamente, a quanto comunemente si crede, l’eroina - assunta in quantitativi regolari e non adulterata - non è una droga letale. A differenza dell’alcol, non aggredisce gli organi interni, i tessuti o il cervello.

Teoricamente si potrebbe convivere con questa droga sino alla vecchiaia. In secondo luogo, è impossibile indurre i tossicomani, la cui vita è dominata dall’esigenza di assicurarsi la prossima dose, ad agire contro la loro volontà. Questo, secondo Marks, è il problema centrale del trattamento col metadone. "Il metadone andrebbe bene se funzionasse. Ma molti TD non vogliono chiudere con l’eroina. Il metadone riesce a soddisfare il loro desiderio come un bacio a una sorella. Perciò lo vendono e lo sostituiscono con l’eroina tagliata o con altre sostanze, ed è questo che li fa morire".

E’ significativo che i poliziotti locali siano fra i più convinti sostenitori di Marks. Nel 1988 la squadra antinarcotici del North Cheshire avviò uno studio biennale sulla criminalità fra i tossicomani abituali, prima e dopo l’ingresso nelle sue cliniche. Riscontrarono che il 93 per cento di loro abbandonava furti e rapine. "Potevi vederli trasformarsi davanti ai tuoi occhi : entravano in condizioni spaventose, era gente che rubava ogni giorno per comprarsi la roba, ma quasi sempre diventavano persone cordiali e ragionevoli, rispettose della legge", racconta l’ispettore Mike Lofts.

Si ritiene che fra gli eroinomani di sesso maschile la mortalità sia venti volte più alta della media nazionale. La maggior parte dei decessi è provocata da suicidi, overdose e infezioni dovute al consumo di eroina tagliata male o di altre sostanze illegali. In media la loro aspettativa di vita è di 30,3 anni, un dato agghiacciante. Al contrario, Marks afferma di non aver mai perso uno dei suoi "clienti".

Graziosa, lucida, vivace

La migliore pubblicità per il vangelo di Marks su "la vita dei tossicodipendenti e come sopravviverla" sono gli stessi consumatori. Come Marie. E’ molto lontana dallo stereotipo del drogato perso, la cui personalità è insensibile e ulcerata come le sue vene. In pantacollant e maglietta, è graziosa, lucida, vivace e comprensiva. Per ironia della sorte, Marie ha cominciato a fare uso di eroina mentre lavorava come infermiera con i TD. All’epoca aveva 21 anni e oggi, dopo sedici, non ha ancora smesso. Nei primi tempi scambiava la siringa con il suo ragazzo e con un’altra ventina di membri della sua famiglia allargata, drogati anche loro - è stata una fortuna a non contrarre l’Hiv. Rubava nei negozi e per un certo periodo si è prostituita. E’ stata diverso tempo nella prigione di Holloway e in ospedale, per un’infezione alle vene. Cinque anni fa, quando nacque sua figlia Alice, decise di riprendere il controllo di sé. "Avevo sentito parlare della clinica del dottor Marks e il giorno dopo preparai la valigia e feci l’autostop fino a Liverpool. Tutte le mie amiche si erano viste togliere i bambini, e non volevo che succedesse anche a me". Con Marks, Marie riceveva ogni giorno dal servizio pubblico 500 milligrammi di eroina iniettabile e conduceva una vita relativamente normale. Ha cominciato a studiare psicologia e per quattro anni si è tenuta fuori dai guai. Alice è diventata una bambina sveglia e vivace, una delle più brillanti della sua classe. David, 26 anni, un amico di Marie, è un pubblico dipendente di poche parole. Quello che i suoi datori di lavoro non sanno e che fuma "spinelli d’eroina", sigarette impregnate d’eroina pura secondo un sistema sperimentato per la prima volta da Marks per allontanare i TD dalle iniezioni endovenose. Fuma una sigaretta prima di andare al lavoro, una durante la pausa del pranzo e una terza alla fine della giornata. Cinque anni fa aveva perso il lavoro, era stato cacciato da sua madre ed era a terra. Oggi è ancora un tossicodipendente. Ma nessuno, neppure i suoi più stretti colleghi d’ufficio, potrebbero immaginarlo.

Qualcosa di buono

Mentre parliamo entra un terzo drogato, fumando il suo spinello d’eroina. Dei tre è quello che ha l’aspetto peggiore, ha perso tutti i denti davanti e le sue vene sono coperte di segni. Mark consuma regolarmente eroina ed altre droghe pesanti da tredici anni, da quando ne aveva diciassette. Negli ultimi cinque anni con Marks ha fumato solo spinelli di eroina e ha condotto una vita regolare, mentre in passato rubava nei negozi e ai suoi genitori per pagarsi un vizio da 300 sterline la settimana. E’ stato in prigione due volte, ha contratto l’epatite e pesa solo 63 chili, con un fisico di quasi un metro e novanta. Anche un incontro superficiale con tossicomani come Marie, David e Mark suggerisce che può esserci qualcosa di buono nella filosofia del dottor Marks. Sicuramente abbastanza da giustificare ulteriori studi. Ma la corrente contro cui il dottore ha nuotato è diventata così forte da sopraffarlo. Marks deve addossarsi una parte di colpa per le reazioni sfavorevoli che ha suscitato. I suoi colleghi sono stati respinti dal suo atteggiamento evangelico. "Si presenta come una sorta di pifferaio magico che ci condurrà alla terra promessa", dice un medico. Le autorità del servizio sanitario si sono preoccupate per la mancanza di fatti concreti che comprovassero la sua teoria. Marks risponde sfoderando citazioni e notizie : ritagli di giornali, riviste accademiche, prospetti e diagrammi. Inveisce contro i criminologi americani e quelli che chiama la "mafia" degli psichiatri londinesi. Ma al tempo stesso non riesce a produrre prove scientifiche coerenti. Come dice uno dei suoi sostenitori : "Ha avuto un’occasione d’oro per dimostrare che la legalizzazione funziona. Ma non ha saputo coglierla".

Alcuni hanno anche altri scrupoli.

Mantenere i tossicomani in condizioni stabili è una buona cosa, ma non dovremmo provare a tirarli fuori dalla droga? "Abbiamo il dovere di cercare di fare ordine in vite dominate dal caos", sostiene Colin Harmer, presidente del servizio sanitario del Cheshire.

E infine, il problema dei soldi. Un anno di trattamento con il metadone costa circa 500 sterline, l’eroina dieci volte tanto. Secondo Marks questo dipende dal monopolio mondiale della produzione dell’eroina pura che fa lievitare artificialmente i prezzi. Ma in un mondo di bilanci limitati il denaro ha la sua importanza.

Così, nel 1994 Marks si è visto togliere la clinica di Warrington e nell’aprile 1995 ha perso anche la clinica di Widnes. Il più importante esperimento inglese di legalizzazione degli stupefacenti è finito. Nel frattempo, i suoi 360 clienti sono stati affidati a nuovi medici che hanno lentamente ridotto la loro dose di eroina per passare ad un programma metadonico a scalare. Molti TD si sono già visti togliere per sempre l’eroina di Stato.

Ecco perché Sean, Neil e Jack sono così furioso mentre aspettano di entrare nella farmacia del centro commerciale di Runcorn, ed ecco perché Robert voleva gettarsi dal ponte. Ecco perché David spende ogni mese 300 sterline dello stipendio per integrare la sua quota ridotta di eroina con sostanze illegali acquistate in strada e perché teme di perdere casa e lavoro una seconda volta. Ecco perché Marie è così preoccupata per Alice. "Adesso posso dedicare tutto il mio tempo alla bambina. Ma non oso pensare cosa succederà se mi toglieranno le ricette e dovrò ricominciare a procurarmi la roba. Alice passerà in secondo piano. E’ terribile, ma so che sarà così".

La nuova direzione di Warrington e Widnes sostiene di aver migliorato il servizio, cercando di ridurre la dipendenza dei tossicomani. Alcuni pazienti hanno avuto buoni risultati e presto saranno fuori dalla droga. Ma per molti il futuro è incerto. La polizia si sta rafforzando in previsione di una nuova ondata di spaccio, furti e rapine, ben sapendo che alcuni vecchi pazienti di Marks rifiuteranno la nuova terapia col metadone e torneranno agli stupefacenti di piazza. E considerando che ciascuno di loro avrà bisogno di compiere furti per 40mila sterline l’anno, le forze dell’ordine avranno un bel daffare.

Per strada si dice che, dopo essere stata libera per anni dai trafficanti, la regione oggi ha circa quaranta spacciatori di eroina. Misteriosamente, i telefoni cellulari sono diventati di moda. Si dice anche - ma secondo le autorità del servizio sanitario si tratta di voci infondate - che negli ultimi mesi ci siano state quattordici morti legate alla necessità alla droga. A una donna di 24 anni che si era iniettata dei barbiturici nell’inguine è stata amputata una gamba. In questo mondo oscuro è difficile distinguere la verità dalle mezze verità e dalle menzogne. Quando tutta la vita ruota intorno alla necessità di una dose, la gente tende a raccontare frottole.

Ma mentre stavamo per lasciare Runcorn si è verificato un incidente che ci ha fatto fermare. Stavamo visitando uno degli ex pazienti di Marks che negli ultimi anni aveva condotto una vita stabile, fuori dalla prigione e dai guai. Una volta la settimana passava in clinica a ritirare la ricetta per gli spinelli di eroina. Non vi sareste nemmeno accorti che si faceva. Però avevamo sentito che da quando la sua quota era stata ridotta, un paio di settimane prima, era ricaduto nelle vecchie abitudini : spacciare eroina e iniettarsi sostanze tagliate.

Abbiamo fermato la macchina accanto al suo appartamento. Alla porta c’era una donna in borghese che parlava con un walkie-talkie. "State indietro per favore", ci ha detto con voce cortese. "E’ un’operazione di polizia".Edward Pilkington , The Guardian, G.B.

Londra, 9 Maggio1996.

Questa mattina, come ogni mattina, in tutte le città e i paesi della Gran Bretagna si svolgerà un rito particolare. E’ preciso e intenso come il tai chi, e puntuale come la consegna del latte. Probabilmente in questo momento si sta svolgendo anche nel vostro quartiere, anche se forse non ve ne accorgerete mai. Il rito comincia con il lento aprirsi di occhi incollati. Poi delle braccia simili a puntaspilli si protendono dal letto e frugano il pavimento cercando i resti della sera prima. Dopo aver perlustrato il passato, il pensiero volge bruscamente al futuro. E’ giorno di assistenza pubblica ? Se no, di corsa al supermercato per un furtarello o dai genitori per alleggerire la borsa della mamma. Con 50 sterline in tasca, il finale è in vista : un salto dallo spacciatore seguito dal tranquillo guizzo della fiamma e la catarsi dell’ago che buca la pelle.

Anche questa mattina i 150mila tossicodipendenti della Gran Bretagna sono in marcia per procurarsi la prima dose della giornata. Per la maggior parte di loro è una sporca storia che consiste nel mettere le mani su denaro illecito e scambiarlo con sostanze illegali.

Ma a Runcorn, nel Cheshire - un cupo tempio di cemento al consumismo in cui l’unica consolazione è offerta da un manifesto di Billy Graham che promette suggerimenti su "La vita e come sopravviverle" - gli attori di questo rito si mostrano apertamente, agli occhi di tutti. Invece di bussare con discrezione alla porta dello spacciatore, alcuni tossicodipendenti sono pazientemente in fila davanti a una farmacia armati soltanto di una ricetta del servizio sanitario.

C’è Sean - 51 anni, il veterano del gruppo, con una rondine tatuata sul viso - che è appena uscito dalla farmacia brandendo una confezione di siringhe sterili ; Neil, con una giacca imbottita, che si tiene ben stretta la sua fiala di anfetamina ; e Jack, elegante nei suoi jeans bianchi, che ha appena ritirato la dose quotidiana di diacetilmorfina, meglio nota come eroina.

Fanno parte di un gruppo eterogeneo di tossicodipendenti della regione del Cheshire che hanno in comune una lunga dipendenza da stupefacenti - trent’anni nel caso di Sean -, un medico disposto a prescrivere sostanze pure, farmaceutiche, a carico del servizio sanitario e una rabbia divorante mista a paura del futuro. "Sto di nuovo diventando ‘Jack l’inaffidabile’", spiega Jack dando voce a queste emozioni. "Passo metà della mia vita in giro a cercare la roba". "Ho ricominciato a comprare anfetamina per strada e presto dovrò mettermi di nuovo a rubare", ammette Neil, spingendo un altro tossico del gruppo a confessare che lui, invece, ha già ricominciato coi furti : l’altra notte ha scassinato una farmacia per la prima volta dopo cinque anni. "Ma perché lo fanno ?", si lamenta Sean.

Siamo raggiunti da Robert, un vortice di furia sui vent’anni. "Hanno bloccato quel cazzo di ricetta", urla con gli occhi di fuori. "Qualcuno mi ha fregato : ha detto che prendevo il Valium e non era vero un cazzo. Non riesco a crederci. La testa mi è scoppiata ! Stavo così male che volevo buttarmi da quel ponte e mio cugino ha dovuto fermarmi". Con il naso a un palmo dal mio, dà un colpo al mio blocco di appunti e ringhia :"Scrivilo ! Scrivilo ! Mi hanno quasi ammazzato, quegli stronzi".

Dietro a questo uragano c’è un uomo : il dottor John Marks. Con la barba e un vestito dai pantaloni svasati, è il tipo che ti aspetteresti di trovare fra gli avventori di una birreria in compagnia del suo cane o a un comizio del Partito laburista. In realtà, è uno psichiatra che da dieci anni si trova al centro dei dibattiti nazionali sulla legalizzazione degli stupefacenti. Dire che il dottor Marks è un personaggio controverso significa non rendere giustizia alle contrastanti passioni che suscita. Per i sostenitori di un approccio non punitivo alla dipendenza da stupefacenti e per molti dei tossicodipendenti che lo frequentano, come Sean, Marks ha un fascino leggendario, che sconfina nell’adorazione. Per coloro che considerano l’eroina un male da combattere e sradicare e per molti dei professionisti suoi colleghi, il suo atteggiamento liberale è un’eresia.

In un paese che negli ultimi vent’anni si è andato avvicinando alla politica americana di guerra alla droga e criminalizzazione dei tossicodipendenti, Marks ha nuotato con fermezza, controcorrente. Dirigeva due cliniche : la prima copriva un territorio unito dal ponte di Runcorn-Widnes, dove Robert ha tentato di compiere il suo gesto drammatico, la seconda a Warrington. Le aveva trasformate in un’oasi di legalizzazione, una sorta di mini-Amsterdam.

Per ironia della sorte, quando cominciò a lavorare con i tossicodipendenti, quindici anni fa, la sua posizione era quella tradizionale. "Inizialmente dicevo ai pazienti che dovevano smetterla con la droga, e loro diventavano molto aggressivi".

Poi andò alla guida di una clinica che aderiva a un sistema che, fino a tempi relativamente recenti, era considerato normale in GB. Solo a partire dal 1971 i medici hanno adottato trattamenti che cercano di ridurre la dipendenza sostituendo l’eroina con un oppiaceo sintetico, il metadone. Ma prima di quella data i medici di questo paese erano liberi di prescrivere eroina e molti lo facevano apertamente.

Distribuire droga con il denaro dei contribuenti può sembrare una stravaganza immorale, ma Marks sostiene di aver lentamente imparato ad apprezzarne i vantaggi. "Quando paragonavamo i nostri pazienti a quelli residenti in zone dove i medici si rifiutavano di prescrivere eroina, ci accorgevamo che i nostri erano in condizioni di salute migliori e conducevano una vita più regolare, il che era facilmente prevedibile dal momento che usavano sostanze pure. Ma fummo stupiti di scoprire che offrendo ai TD la sostanza che preferivano il numero complessivo di drogati in quella località diminuiva".

La sua spiegazione è che le ricette del servizio sanitario pubblico toglievano spazio ai trafficanti rubando loro il mercato. La piramide del narcotraffico, in cui lo spacciatore cerca di aumentare i profitti corrompendo i giovani, si sgretola dall’alto. Marks predica la sua teoria con convinzione evangelica. In dieci anni ha messo a punto un sistema per conservare sani e in vita i tossicomani abituali. I suoi pazienti - lui li chiama "clienti" - ricevono eroina pura in dosi sufficienti a mantenere stabili le loro condizioni. Abbandonano la droga solo se e quando sono loro a deciderlo.

Questa filosofia si basa su due fatti più o meno incontrovertibili. In primo luogo, contrariamente, a quanto comunemente si crede, l’eroina - assunta in quantitativi regolari e non adulterata - non è una droga letale. A differenza dell’alcol, non aggredisce gli organi interni, i tessuti o il cervello.

Teoricamente si potrebbe convivere con questa droga sino alla vecchiaia. In secondo luogo, è impossibile indurre i tossicomani, la cui vita è dominata dall’esigenza di assicurarsi la prossima dose, ad agire contro la loro volontà. Questo, secondo Marks, è il problema centrale del trattamento col metadone. "Il metadone andrebbe bene se funzionasse. Ma molti TD non vogliono chiudere con l’eroina. Il metadone riesce a soddisfare il loro desiderio come un bacio a una sorella. Perciò lo vendono e lo sostituiscono con l’eroina tagliata o con altre sostanze, ed è questo che li fa morire".

E’ significativo che i poliziotti locali siano fra i più convinti sostenitori di Marks. Nel 1988 la squadra antinarcotici del North Cheshire avviò uno studio biennale sulla criminalità fra i tossicomani abituali, prima e dopo l’ingresso nelle sue cliniche. Riscontrarono che il 93 per cento di loro abbandonava furti e rapine. "Potevi vederli trasformarsi davanti ai tuoi occhi : entravano in condizioni spaventose, era gente che rubava ogni giorno per comprarsi la roba, ma quasi sempre diventavano persone cordiali e ragionevoli, rispettose della legge", racconta l’ispettore Mike Lofts.

Si ritiene che fra gli eroinomani di sesso maschile la mortalità sia venti volte più alta della media nazionale. La maggior parte dei decessi è provocata da suicidi, overdose e infezioni dovute al consumo di eroina tagliata male o di altre sostanze illegali. In media la loro aspettativa di vita è di 30,3 anni, un dato agghiacciante. Al contrario, Marks afferma di non aver mai perso uno dei suoi "clienti".

Graziosa, lucida, vivace

La migliore pubblicità per il vangelo di Marks su "la vita dei tossicodipendenti e come sopravviverla" sono gli stessi consumatori. Come Marie. E’ molto lontana dallo stereotipo del drogato perso, la cui personalità è insensibile e ulcerata come le sue vene. In pantacollant e maglietta, è graziosa, lucida, vivace e comprensiva. Per ironia della sorte, Marie ha cominciato a fare uso di eroina mentre lavorava come infermiera con i TD. All’epoca aveva 21 anni e oggi, dopo sedici, non ha ancora smesso. Nei primi tempi scambiava la siringa con il suo ragazzo e con un’altra ventina di membri della sua famiglia allargata, drogati anche loro - è stata una fortuna a non contrarre l’Hiv. Rubava nei negozi e per un certo periodo si è prostituita. E’ stata diverso tempo nella prigione di Holloway e in ospedale, per un’infezione alle vene. Cinque anni fa, quando nacque sua figlia Alice, decise di riprendere il controllo di sé. "Avevo sentito parlare della clinica del dottor Marks e il giorno dopo preparai la valigia e feci l’autostop fino a Liverpool. Tutte le mie amiche si erano viste togliere i bambini, e non volevo che succedesse anche a me". Con Marks, Marie riceveva ogni giorno dal servizio pubblico 500 milligrammi di eroina iniettabile e conduceva una vita relativamente normale. Ha cominciato a studiare psicologia e per quattro anni si è tenuta fuori dai guai. Alice è diventata una bambina sveglia e vivace, una delle più brillanti della sua classe. David, 26 anni, un amico di Marie, è un pubblico dipendente di poche parole. Quello che i suoi datori di lavoro non sanno e che fuma "spinelli d’eroina", sigarette impregnate d’eroina pura secondo un sistema sperimentato per la prima volta da Marks per allontanare i TD dalle iniezioni endovenose. Fuma una sigaretta prima di andare al lavoro, una durante la pausa del pranzo e una terza alla fine della giornata. Cinque anni fa aveva perso il lavoro, era stato cacciato da sua madre ed era a terra. Oggi è ancora un tossicodipendente. Ma nessuno, neppure i suoi più stretti colleghi d’ufficio, potrebbero immaginarlo.

Qualcosa di buono

Mentre parliamo entra un terzo drogato, fumando il suo spinello d’eroina. Dei tre è quello che ha l’aspetto peggiore, ha perso tutti i denti davanti e le sue vene sono coperte di segni. Mark consuma regolarmente eroina ed altre droghe pesanti da tredici anni, da quando ne aveva diciassette. Negli ultimi cinque anni con Marks ha fumato solo spinelli di eroina e ha condotto una vita regolare, mentre in passato rubava nei negozi e ai suoi genitori per pagarsi un vizio da 300 sterline la settimana. E’ stato in prigione due volte, ha contratto l’epatite e pesa solo 63 chili, con un fisico di quasi un metro e novanta. Anche un incontro superficiale con tossicomani come Marie, David e Mark suggerisce che può esserci qualcosa di buono nella filosofia del dottor Marks. Sicuramente abbastanza da giustificare ulteriori studi. Ma la corrente contro cui il dottore ha nuotato è diventata così forte da sopraffarlo. Marks deve addossarsi una parte di colpa per le reazioni sfavorevoli che ha suscitato. I suoi colleghi sono stati respinti dal suo atteggiamento evangelico. "Si presenta come una sorta di pifferaio magico che ci condurrà alla terra promessa", dice un medico. Le autorità del servizio sanitario si sono preoccupate per la mancanza di fatti concreti che comprovassero la sua teoria. Marks risponde sfoderando citazioni e notizie : ritagli di giornali, riviste accademiche, prospetti e diagrammi. Inveisce contro i criminologi americani e quelli che chiama la "mafia" degli psichiatri londinesi. Ma al tempo stesso non riesce a produrre prove scientifiche coerenti. Come dice uno dei suoi sostenitori : "Ha avuto un’occasione d’oro per dimostrare che la legalizzazione funziona. Ma non ha saputo coglierla".

Alcuni hanno anche altri scrupoli.

Mantenere i tossicomani in condizioni stabili è una buona cosa, ma non dovremmo provare a tirarli fuori dalla droga? "Abbiamo il dovere di cercare di fare ordine in vite dominate dal caos", sostiene Colin Harmer, presidente del servizio sanitario del Cheshire.

E infine, il problema dei soldi. Un anno di trattamento con il metadone costa circa 500 sterline, l’eroina dieci volte tanto. Secondo Marks questo dipende dal monopolio mondiale della produzione dell’eroina pura che fa lievitare artificialmente i prezzi. Ma in un mondo di bilanci limitati il denaro ha la sua importanza.

Così, nel 1994 Marks si è visto togliere la clinica di Warrington e nell’aprile 1995 ha perso anche la clinica di Widnes. Il più importante esperimento inglese di legalizzazione degli stupefacenti è finito. Nel frattempo, i suoi 360 clienti sono stati affidati a nuovi medici che hanno lentamente ridotto la loro dose di eroina per passare ad un programma metadonico a scalare. Molti TD si sono già visti togliere per sempre l’eroina di Stato.

Ecco perché Sean, Neil e Jack sono così furioso mentre aspettano di entrare nella farmacia del centro commerciale di Runcorn, ed ecco perché Robert voleva gettarsi dal ponte. Ecco perché David spende ogni mese 300 sterline dello stipendio per integrare la sua quota ridotta di eroina con sostanze illegali acquistate in strada e perché teme di perdere casa e lavoro una seconda volta. Ecco perché Marie è così preoccupata per Alice. "Adesso posso dedicare tutto il mio tempo alla bambina. Ma non oso pensare cosa succederà se mi toglieranno le ricette e dovrò ricominciare a procurarmi la roba. Alice passerà in secondo piano. E’ terribile, ma so che sarà così".

La nuova direzione di Warrington e Widnes sostiene di aver migliorato il servizio, cercando di ridurre la dipendenza dei tossicomani. Alcuni pazienti hanno avuto buoni risultati e presto saranno fuori dalla droga. Ma per molti il futuro è incerto. La polizia si sta rafforzando in previsione di una nuova ondata di spaccio, furti e rapine, ben sapendo che alcuni vecchi pazienti di Marks rifiuteranno la nuova terapia col metadone e torneranno agli stupefacenti di piazza. E considerando che ciascuno di loro avrà bisogno di compiere furti per 40mila sterline l’anno, le forze dell’ordine avranno un bel daffare.

Per strada si dice che, dopo essere stata libera per anni dai trafficanti, la regione oggi ha circa quaranta spacciatori di eroina. Misteriosamente, i telefoni cellulari sono diventati di moda. Si dice anche - ma secondo le autorità del servizio sanitario si tratta di voci infondate - che negli ultimi mesi ci siano state quattordici morti legate alla necessità alla droga. A una donna di 24 anni che si era iniettata dei barbiturici nell’inguine è stata amputata una gamba. In questo mondo oscuro è difficile distinguere la verità dalle mezze verità e dalle menzogne. Quando tutta la vita ruota intorno alla necessità di una dose, la gente tende a raccontare frottole.

Ma mentre stavamo per lasciare Runcorn si è verificato un incidente che ci ha fatto fermare. Stavamo visitando uno degli ex pazienti di Marks che negli ultimi anni aveva condotto una vita stabile, fuori dalla prigione e dai guai. Una volta la settimana passava in clinica a ritirare la ricetta per gli spinelli di eroina. Non vi sareste nemmeno accorti che si faceva. Però avevamo sentito che da quando la sua quota era stata ridotta, un paio di settimane prima, era ricaduto nelle vecchie abitudini : spacciare eroina e iniettarsi sostanze tagliate.

Abbiamo fermato la macchina accanto al suo appartamento. Alla porta c’era una donna in borghese che parlava con un walkie-talkie. "State indietro per favore", ci ha detto con voce cortese. "E’ un’operazione di polizia".


H O M E