Adattato da Journal of Psychoactive Drugs, 26:155-161, 1994)
Secondo un recente articolo pubblicato sul Journal of Psychoactive Drugs, nonostante le possibili complicazioni e i controversi orientamenti della politica pubblica, il mantenimento metadonico durante la gravidanza resta sempre il trattamento di scelta per le donne tossicodipendenti da eroina. L’intervento esita in migliori risultati per il feto, ed aiuta le madri ed i bambini a contenere l’infezione da HIV. Secondo gli autori Margaret A. E. Jarvis, M.D., e Sidney H. Schnoll, M.D., Ph.D. del Medical College of Virginia, col Mantenimento Metadonico i rischi per la madre e per il feto sono di gran lunga inferiori rispetto a cicli di sottrazione e reintossicazione con sostanze da strada, così come rispetto ai pericoli relativi allo stile di vita, ivi compresi i comportamenti ad alto rischio di contrarre l’infezione da HIV. Le donne dimesse dal Mantenimento Metadonico o alle quali è stato negato durante la gravidanza, hanno un’altissima probabilità di ricaduta nell’uso di eroina. Jarvis e Schnoll hanno basato le loro conclusioni su una revew della letteratura. Sebbene esistano pochi studi sugli effetti degli oppioidi nel feto umano, quelli sugli animali indicano chiaramente che l’uso di tali sostanze provoca stress fetale. L’astinenza provocata è ben più pericolosa dell’intossicazione, ma cicli di abuso e di sottrazione sono particolarmente dannosi. “E’ chiaro” affermano gli autori, “che le conseguenze devastanti dell’uso di oppioidi durante la gravidanza si verificano al seguito di ripetuti episodi di intossicazione e sottrazione”, Il Mantenimento Metadonico è il modo migliore per consentire una stabilizzazione, se pure i bambini nati da una donna in Mantenimento Metadonico abbiano la probabilità di sperimentare una sindrome di astinenza successiva alla nascita. La sindrome di astinenza neonatale (se non convenientemente trattata, n.d.r.), combina i sintomi di quella degli adulti, con irritabilità, scoordinamento nel succhiare e, nei casi più severi, convulsioni e morte. Ma si può ridurre od anche eliminare l’intensità della sindrome, riducendo il dosaggio di metadone. Se il farmaco viene portato a 20 mg., sostengono gli autori, non si produce sindrome o quella che appare è scarsa. Naturalmente, abbassare la dose del metadone può anche influenzare la capacità della madre di restare “drug-free”, specialmente perché studi hanno dimostrato come la metabolizzazione degli oppioidi si accellera durante l’ultimo trimestre di gravidanza. Può dunque essere necessario aumentare la dose del metadone per prevenire i sintomi di sottrazione durante le ultime fasi. In alternativa, si può ricorrere al frazionamento delle somministrazioni in due volte al giorno, che in certi casi consente di evitare il bisogno di aumentare il dosaggio. Il Mantenimento Metadonico per le donne gravide funziona meglio se praticato in un contesto multidisciplinare ben coordinato di risorse, sia ostetrico ginecologiche, che mediche in generale, dotato anche di counseling e corsi di educazione per genitori. Anche se pericolosa per la madre e per il feto, a volte la sottrazione degli oppioidi non può essere evitata. Se la paziente rifiuta il Mantenimento Metadonico, o risiede in un posto dove questo non è disponibile, o è stata stabile per anni e ora vuole provare a restare drug-free, allora può avere bisogno della sottrazione degli oppioidi. Gli autori insistono che in questo caso ed in ogni fase della gravidanza, una lentissima e monitorata sottrazione che non danneggi il feto può essere tentata se associata ad un massiccio intervento di supporto di carattere psicosociale, che sia in grado di evitare le ricadute. Tuttavia gli autori mettono in rilievo che è meglio scoraggiare lo scalaggio durante la gravidanza, se non in circostanze del tutto eccezionali.
Letture suggerite:
Doberczak, T.M., Kandall, S.R., Friedman, P. Relationships between maternal methadone dosage, maternal-neonatal methadone levels and neonatal withdrawal. Obstetrics and Gynecology, 81:936-940,1993.
Giles, W., Patterson, T., et al. Outpatient methadone programme for pregnant heroin using women. Australian and New Zealand Journal of Obstetrics and Gynecology, 29:225-229, 1989.
Maas, U., Kattner, E., et al. Infrequent neonatal, opiate withdrawal following maternal detoxification during pregnancy. Journal of Perinatal Medicine, 18:111-118, 1990.
Margaret A.E. Jarvis, Sidney H. Schnoll, Methadone Treatment During Pregnancy; Journal of Psychoactive Drugs, 26:155-161, 1994. Reprint requests to: Dr. Jarvis, Division of Substance Abuse Medicine, Box 980109, Medical College of Virginia, Richmond, VA 23298.
Traduzione Gruppo S.I.M.S. Marzo 1996
|
|
|